Le radici enologiche del Lazio risalgono al periodo degli Etruschi, giunti dall’Asia Minore intorno all’800 a.C. A partire dagli anni ’90 l’enologia laziale ha compiuto un salto di qualità grazie anche al recupero di varietà locali. Attualmente la produzione si concentra soprattutto su vitigni tradizionali a bacca bianca, su tutti trebbiano toscano e malvasia bianca di Candia. Questi due vitigni, con una minore percentuale di malvasia del Lazio e greco, sono l’uvaggio del Frascati Doc, vino iconico della regione. A questi si aggiungono poi altri vitigni a bacca bianca come il bellone, il bombino bianco e la passerina, mentre i vitigni internazionali presenti sono decisamente minoritari. Tra i vitigni a bacca nera più coltivati troviamo il merlot, il sangiovese e il montepulciano, seguiti poi da altri internazionali come cabernet sauvignon e franc e syrah. Anche se copre una piccola percentuale del vigneto laziale, il vitigno a bacca nera più identificativo della regione è il cesanese. Una regione che ha saputo cambiare rotta per puntare alla produzione di vini di qualità.
Tenuta di Pietra Porzia
Frascati - Roma